mercoledì 22 ottobre 2008

Ombraluce

1. Ivo Andric - La storia maledetta. Racconti triestini ***
2. William Golding - Il signore delle mosche
3. Halldor Kiljan Laxness - Il concerto dei pesci ****
4. Doris Lessing - Un pacifico matrimonio ****

4 commenti:

ombraluce ha detto...

"Il concerto dei pesci" di Halldor Laxness
Gli scrittori del grande nord non finiscono mai di stupirmi, e non finiscono mai di farmi venire voglia di leggerne ancora e ancora.
Laxness è stato premio Nobel per la letteratura nel 1955, eppure la sua scrittura, aiutata da una traduzione magnifica, è viva, fresca, fa sentire "l'dore della torba e dell'ossifraga".
Il romanzo è una specie di quadro fiammingo che descrive nei minimi dettagli l'infanzia e l'adolescenza di un piccolo figlio di nessuno, che cresce nell'ultimo ricovero gratuito rimasto al mondo, assieme a dei nonni che non sono i suoi nonni, ma non per questo lo amano di meno, e a tutta una umanità minimale, eppure piena di saggezza e di humor, finché il piccolo anatroccolo non diventerà un cigno, e ripercorrerà, questa volte senza menzogne, la strada del suo "parente", il più famoso cantante lirico islandese.
Un libro semplicemente meraviglioso.

ombraluce ha detto...

"La storia maledetta" di Ivo Andric
preparatori di un romanzo, accomunati quindi dall'ambiente, dai personaggi, e dallo svolgimento su varie voci della stessa storia.
Una storia che si svolge a Trieste, la porta d'occidente degli slavi, in quel periodo ancora innocente, ma ormai alla fine, che precede il delitto di Serajevo, che porterà alla prima guerra mondiale, e alla definitiva perdita dell'innocenza della seconda guerra condiale.
Protagonista, più che la città, o i personaggi stessi, è il multiculturalismo dell'impero austroungarico, visto quasi come un paradigma del paradiso terrestre e della Torre di Babele.

ombraluce ha detto...

"Un pacifico matrimonio" di Doris Lessing
C'è un mondo diviso in zone, incompatibili e incomprensibili l'una all'altra.
Ogni zona è quasi lo stereotipo di un comportamento umano, dal naturalismo pacifista e matriarcale della Zona Tre, al militarismo sfrenato e molto maschilista della Zona Quattro, all'anarchia feroce della Zona Cinque.
Questi modi di vivere stereotipati e fossilizzato portano inesorabilmente a un declino nella qualità morale della vita, reso visibile dalla sterilità, così i Tutori di questo mondo decidono di movimentare un po' le cose con una serie di matrimoni tra i regnanti delle varie zone, che porteranno a una nuova circolazione delle idee, e alla fecondità dei corpi e delle anime.
Una parabola in bilico tra new age e fantascienza contro l'incomunicabilità, la mancanza di curiosità e la cecità provocata dall'arroccamento nelle proprie convinzioni.

ombraluce ha detto...

"Il signore delle mosche" di William Golding
Libro celebratissimo, capolavoro della letteratura mondiale di cui ho sentito parlare per la prima volta leggendo Cuori in Atlantide di Stepehn King.
Lì uno dei personaggi fondamentali del libro lo consiglia al suo giovane amico, e protagonista del romanzo stesso, quale libro di formazione, sia letteraria sia personale. Devo dire che sono d'accordo al 99% con il giudizio di King: Il signore dele mosche è un grande libro di formazione, ed è assai ben scritto, in un modo che fa balzare i caratteri fuori dalla pagina, ne esamina il degrado, l'imbarbarimento, con un preciso riferimento al fatto che un selvaggio non è un "buon selvaggio", e che lo strato di civiltà che ci riveste è sottile e falso come una doratura in princisbecco.